Qualche giorno fa una mia amica mi ha detto che manderà sua figlia in una scuola privata perché ha paura che in quella vicino casa, frequentata da un’alta percentuale di bambini stranieri, imparerebbe più lentamente.
Le ho detto che in prima elementare è meglio imparare a leggere e a scrivere più lentamente ma stare con bambini che hanno abitudini diverse, merende diverse, mamme e papà diversi, modi di ridere diversi, canzoni di compleanno diverse dalle sue.
“Eh ma ormai l’ho iscritta.”
Marcerò il 20 maggio prima di tutto perché penso che tutti abbiano diritto a essere felici. Ma anche perché attualmente in Italia l’unico modo per vivere in una vera comunità eterogenea e alla pari significa frequentare l’asilo o le elementari. Siccome dubito di riuscire a frequentarli nuovamente, mi impegno per una società aperta, più colorata e interessante, dove nessuna identità è a rischio.
Dal momento che sono stata coinvolta nell’organizzazione, e ne sono onorata, so che saremo tantissimi. E so che questa marcia sarà un’occasione unica per fare il giro del mondo in poche centinaia di metri, e che chi la farà tornerà a casa un po’ diverso, come si torna da un bel viaggio.
Siete tutti invitati, con le vostre speranze e anche le paure.
Sabato 20 maggio, appuntamento alle 14,30 a Porta Venezia