L’isola che non c’è
by Isabella
Il quartiere Isola si chiama così perché nella seconda metà del XIX secolo fu fisicamente separato dal resto della città, dalla ferrovia della Stazione Garibaldi. La sua storia è quella di un ex quartiere popolare che visse intensamente la resistenza partigiana, come testimoniano i molti monumenti ai caduti del quartiere. Ma è anche vero che nel quartiere Isola, in via Volturno per l’esattezza, nel 1936 nacque Silvio Berlusconi. Chissà se questo spiega l’anima così improbabile di questo posto che somiglia sempre di più a una foto instagram: un vintage senz’anima.
Negli ultimi anni, il quartiere Isola è cambiato tantissimo, e anche se il mercato di Piazzale Lagosta è sempre lo stesso e il ferramenta di Piazza Minniti è li dagli anni 50, e la bocciofila bla bla bla… è anche vero che sono nate piccole librerie di fotografia contemporanea, localini e ristorantini alla moda, mentre giorno dopo giorno crescono, proprio lì accanto, grattacieli per multimilionari.
Eppure chi ci abita spesso afferma che l’Isola sia “come un paese”. Ma a dirlo ovviamente sono gli instagrammatori, mica i ferramenta. I veri isolani insomma a me sembrano isolati dentro l’isola. Che peccato. Si, peccato perché un’isola ventosa e testarda, come sono le isole, a Milano sarebbe stata davvero una buona cosa. Il quartiere Isola oggi non è nè l’isola di Linosa, nè l’isola dei famosi.
Ancora una volta Milano ha un problema di identità.
Ma l’idea dell’isola mi piace troppo per rinunciarci, quindi se proprio a un’isola deve somigliare, potrebbe essere l’isola di Manhattan. Non solo perché i nuovi grattacieli stanno cambiando lo skyline di Milano, ma anche perché all’Isola c’è il Bluenote, proprio come a Manhattan. E quando entri lì dentro, la musica aggiusta tutto.
Sarà forse per questo, che qualche mese fa, tornando da un pomeriggio all’isola con cioccolata calda, mi sono fermata alla Feltrinelli della Stazione Garibaldi e ho istintivamente comprato “Tre camere a Manhattan” di Georges Simenon, una storia d’amore inaspettata e improbabile, e per questo estremamente romantica.
http://www.youtube.com/watch?v=NUncmD5yAjw
Complimenti x la definizione di instagram! Meravigliosamente azzeccata!
Vabbè prima o poi questa moda finirà e forse fra qualche anno guardando le instagram, qualcuno realizzerà di avere scattato centinaia di foto tutte uguali! A quel punto qualcuno inventerà a pagamento il filtro disinstagram 😉