Karmen, alta 185 centimetri, è metà inglese e metà croata. Lavora nell’alta moda e sceglie amici che somigliano a Snoopy. Ha zie croate ottantenni che le passano deliziose ricette mediterranee, che lei serve su elegantissimi piatti vittoriani. Sceglie i suoi ingredienti con estrema cura, e a me piace pensare che vada a fare la spesa nel bosco, alle prime luci del mattino. Ogni sabato mattina, una ricetta.
by Karmen
Mia nonna non era mai stata a Parigi. I suoi viaggi erano focalizzati alla tratta Liverpool-Dubrovnik-Liverpool più volte all’anno perché non ce la faceva senza di noi tre nipotine. Forse anche perché il nonno non impazziva per l’aereo e ormai preferiva il comfort di casa propria. Sapevo però che era un suo sogno e che le sarebbe piaciuto tantissimo andarci. Così un’estate, mentre ero ancora all’università e durante le ferie stavo dai nonni, ho pensato che potevamo andare a farci un giretto noi due. E così é stato. Il nonno era più che felice e abbiamo coinvolto anche la sorella della nonna, la oggi matriarca della famiglia, un’elegantissima signora quasi novant’enne d’aspetto e dai modi proprio uguale alla regina Elisabetta.
E così abbiamo formato un trio piuttosto curioso, prontissime per il nostro weekend lungo a Parigi. Non so proprio chi é stato lo chaperon di chi, io a loro due o loro due a me ha ha. Fatto sta che ci siamo divertite tantissimo..
Le ho trascinate in giro per tutti i musei, tutte le mostre in corso, tutti i più gettonati salon de thé, bistrot e brasserie che conoscevo, su e giù per la Tour Eiffel, anche qualche boutique che pensavo potesse piacere anche a loro e non si sono fatte mancare neanche la metropolitain parigina alle ore piccole. Tanto per fare un’esperienza in più… Non vi dico le domande che mi facevano mentre osservavano l’altra clientela del vagone della metro a quell’ora del mattino ha ha.. Una sera mentre invece eravamo in taxi, il tassista ci ha suggerito un locale di un suo amico e sentendoci avventurose ci siamo dette “Pourquois pas?” e ci siamo fatte portare ed é stata una serata improvvisata bellissima.
Il posticino in questione era un piccolissimo ristorantino su una delle due isole sulla Seine dietro Notre Dame. Era un posto un pò terra terra ma anche molto charmant, con il decoro in legno e ferro battuto, grossi specchi con cornici dorate, spazi angusti, fumo ovunque (era prima delle odierne regole sul fumo, le mie compagne di viaggio erano contente essendo fumatrici pure loro), musica dal vivo da parte di uno che suonava una piccolissima fisarmonica. Un pochino come in un quadro di Manet.
Anche il menù era piuttosto improvvisato con delle cameriere che portavano ad ogni tavola dei grandi cesti con assaggini di vari paté casalinghi o dei grossi salumi interi, o delle ruote di camembert con confit di cranberry. Ma il piatto forte della serata era decisamente la soupe à l’oignon, una zuppa delicieuse che non dimenticherò mai per la sua umile squisitezza campagnola. Un piatto povero più chic che io abbia mai assaggiato. Per finire con la loro mousse au chocolat dopo cui la morte felice é assicurata ha ha…
Ora invece vi voglio raccontare in breve una coincidenza veramente incroyable.
Anni e anni dopo la visita a Parigi con la nonna e bis-zia, lavoravo per una nota rivista d’arte contemporanea, quando decisi last minute di andare a visitare in persona una delle più importanti fiere d’arte in Francia, FIAC. Là avevamo già una rappresentanza ma un salto da parte mia ci stava. Così mi sono mobilizzata subito a cercare biglietto e alloggio. Peccato che proprio in quei giorni, lì c’era anche il campionato mondiale di rugby proprio a Parigi e tutti gli alberghi erano pieni. Per qualche miracolo sono riuscita a scovare una stanzettina libera in un alberghetto su Ile Saint Louis dietro Notre Dame. Atterrata in piena notte, in una specie di campo lontano miglia da Parigi centro come capita con tutti gli aeroporti dove arrivano i voli low-cost, poi un viaggio in pullman interminabile verso un qualsiasi segnale di civiltà, ero finalmente arrivata a questo famoso alberghetto completamente a pezzi ormai chiuso e con la speranza che qualcuno mi aprisse. Mi sono detta, beh, ce l’ho fatta, sono qui salva e sana. La mattina seguente, dopo qualche ora di sonno ricostruente, quando mi sono svegliata ho avuto però la splendida sorpresa di trovarmi in un quartiere di Parigi davvero stupendo.
Con il sole d’autunno che illuminava la stanza di quest’alberghetto chichettoso tipico parigino con tutte le finiture in ferro battuto, che dava su una vietta stra animata e dove dalla finestra potevo vedere la boulangerie, la patisserie, la fromagerie, qualche boutique. Ero così felice e sollevata che non vedevo l’ora di affrontare Parigi.
Mi sono conciata in modo un pò bohemien chic per andare alla fiera (dopo tutto ero li per lavoro) ma prima mi sono fatta un giretto del mio destinato quartiere per i successivi quattro giorni. Destino davvero ha ha… Perché mentre stavo curiosando le varie viuzze coperte di foglie arancioni e gialle, sentivo un forte senso di déjà vu. Io ero già venuta qui, tutti quei anni fa, con la nonna e zia Anne. E sapete che andando più profondamente nella mia analisi del quartiere, ho realizzato che il ristorantino dove ero andata con loro era a due porte dall’alberghetto dove stavo!!?? Non ci potevo credere.
E presa dalle emozioni e dalla nostalgia ci sono tornata a mangiare quella sera stessa ed era tutto uguale, i cesti incongruamente over c’erano ancora, pure il décor e c’era sul menù sempre la loro soupe à l’oignon che ora vi propongo in diretta dalla mia cuisine milanese perché con il freddo autunnale in arrivo non se ne può senza.
Bon appétit mes amis!!!
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INGREDIENTI
(per due porzioni abbondanti)
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Per la zuppa:
3 grosse cipolle rosse
2 spicchi d’aglio
un cucchiaino di zucchero
sale
pepe
olio d’oliva
una noce di burro
del timo
una fogllia di alloro
1 & ½ bicchiere di vino bianco secco
un litro di brodo di manzo
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Per i crostini:
4 fette di baguette
della gruviera o emmental
1 • Tagliate le cipolle a rondelle sottili e cuocete nelll’olio dell’oliva e nel burro sul fuoco basso. 2 • Dopo un quarto d’ora aggiungete lo zucchero e mescolate bene. 3 • Dopo una mezzoretta aggiungete il sale, il pepe, il timo e il vino. 4 • Cuocete per una decina di minuti e aggiungete il brodo. 5 • Cuocete il tutto per altri trenta minuti. 6 • Coprite e lasciate riposare. 7 • Preparate i crostini al forno, facendo sciogliere il formaggio sulle fette di baguette poi aggiungete alla zuppa prima di servire. 8 • Alternativamente, aggiungete le fette di baguette con il formaggio alla zuppa nelle scodelle di terra cotta, mnettete al forno e finite la cottura/abbrustolatura tutto insieme da gratiné.
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Teapot Woman — illustrazione di Myra Butterworth