Karmen, alta 185 centimetri, è metà inglese e metà croata. Lavora nell’alta moda e sceglie amici che somigliano a Snoopy. Ha zie croate ottantenni che le passano deliziose ricette mediterranee, che lei serve su elegantissimi piatti vittoriani. Sceglie i suoi ingredienti con estrema cura, e a me piace pensare che vada a fare la spesa nel bosco, alle prime luci del mattino. Ogni sabato mattina, una ricetta.
Vorrei ricordare l’estate con un piatto incongruamente estivo. Si tratta delle paprike ripiene che uno assocerebbe piuttosto con quei bei piatti calorosi scaldanti della Mitteleuropa da consumare assolutamente d’inverno. E invece da noi sulla costa dalmata si mangiano proprio d’estate siccome questa variante di peperone di color verdino/giallino chiaro, di buccia sottile e di sapore delicato maturando proprio nei mesi estivi e la cucina della zona basandosi principalmente sulla polizza di chilometro zero, è un nostro piatto forte in estate.
E tutte e due siamo scoppiate dalle risate… E poi ha cominciato a dire che in quel momento non era vestita abbastanza bene per mondovisione in rete, che era piena di rughe, che non era truccata, che non aveva su lo smalto Chanel che le avevo regalato, che invece aveva su ancora il grembiule ecc, ecc…ma sono riuscita a convincerla lo stesso ha ha…
Ma le sue paprike non hanno avuto sempre questa fama in famiglia. Anzi. Progredendo per amore da ballerina di danza classica (che non faceva mai capolino in cucina) a casalinga e devota mamma, ha dovuto imparare da zero le basi. E i suoi fratelli ancora oggi la prendono in giro dicendo che le sue prime paprike erano come granate a mano ha ha…
Le paprike ripiene mi fanno tornare in mente un bellissimo ricordo d’infanzia. Quando eravamo piccoli di domenica d’estate si andava nella nostra barchetta che permetteva di fare facilmente un giretto per le isole vicine a Dubrovnik ma sopratutto l’avvicinamento agli scogli e a delle stupende baie pochissimo frequentate a trascorrere la giornata intera tranquilli insieme noi 5 come famiglia. Una tale giornata tipica poteva andare così. Mentre noi tre ci alzavamo pian pianino ma sempre sul prestino papà era già in garage a preparare tutte le cose che occorrevano per la gita tra cui il motore!?, canne da pesca, tenda, coperte e simili e mamma preparava il pic-nic. Una volta arrivati al bellissimo vecchio porticiuolo nel centro storico dove si trovava anche la nostra piccola barca, mentre papà smontava tutto e metteva in ordine perfetta la barca insieme alla mamma, noi tre bambine andavamo a comprare alla leggendaria pasticceria “Cele” degli strudel e dei cosi-chiamati “puz” che sarebbero una specie di brioche a forma della casa della lumaca, appunto del “puz” appena sfornati essendo praticamente alba. Al ritorno dalla spedizione trovavamo tutto pronto per la partenza e c’imbarcavamo.
E via…. La gita iniziava con un’obbligatorio giro sotto le mura medievali di Dubrovnik e vicino vicino intorno a Lokrum, l’isola di fronte alla cittadina perché troppo bella e davvero meritava. Da lontano si passava anche davanti a degli scogli isolati dove già di prima mattina si intravedevano sparpagliati dei nudisti a prendere il sole come lucertole. Ci faceva sempre divertire la spudoratezza di questi “golisci” (i nudi) come li chiamavamo essendo piccoli e solo negli anni uno impara a capire che è il vero modo di godersi il sole e il mare e la natura. Proseguendo appena imbattevamo in una baia che trovavamo invitante ci fermavamo a fare colazione. Dall’enorme cesto a parte la pasticceria usciva anche un thermos di caffelatte. Mmmmm…riccordo ancora oggi la sensazione di fresco la mattina presto al mare con il profumo della pineta dell’isola a fianco, la brezza leggera sul viso e il calduccio dei primi raggi del sole. Poi proseguivamo verso la nostra destinata meta, Betina spilja, che sarebbe la grotta di Bete, che si trovava di fronte.
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Ingredienti x 6 porzioni (anche congelabili):
12 paprike (o peperoni di misura media)
1 kg di carne macinata di bovino di prima scelta
1 pomodoro casalingo grande
2 uova
1 cipolla rossa
1 spicchio d’aglio
1 cucchiano di Vegeta
una manciata di prezzemolo tagliato finemente
1 tazza di riso
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PER IL SUGO:
1 cucchiaino di zucchero
del sale
del pepe
del prezzemolo
1 cucchiaino di Vegeta
1 patata
PREPARAZIONE
1 • Ricordarsi che ogni paprika deve rimanere intera e farcita come tale quindi con un coltellino tagliente togliere delicatamente e attentamente il gambo e i semini da dentro, lavare e asciugare ogni paprika. Metterle tutte su una teglia pronta per il farcimento. 2 • Sbucciare il pomodoro e tagliare a pezzetini fini. Tagliare la cipolla e l’aglio finemente. 3 • Soffriggere la cipolla e l’aglio in un po’ d’olio vegetale, aggiungere il pomodoro e metà della carne. Rosolare il tutto e quando pronto mettere a parte che si raffreddi. 4 • Aggiungere la carne cotta al resto della carne insieme alle uova, il prezzemolo, la Vegeta, il riso, il sale, il pepe e mescolare tutto bene. 5 • Con un cucchiaino farcire attentamente ogni paprika con del mix. Lasciarle pronte da parte un attimo. 6 • Nel frattempo preparare il sugo versando in una pentola capiente la passata, l’acqua, lo zucchero, il prezzemolo, la Vegeta e la patata e cuocere a fuoco lento una mezz’oretta. 7 • Tuffare attentamente ogni paprika nel sugo. Ogni paprika deve essere coperta di sugo. Cuocere il tutto cosi per un paio d’ore e poi lasciare posare per un altro paio d’ore prima di mangiarle. 8 • Quando volete mangiarle, riscaldate la quantità di paprike che si pensa di mangiare al momento insieme a del sugo e il resto potete tranquillamente mettere in frigo per il giorno dopo o ancora meglio nel freezer divise in quantità che a voi va meglio. Ricordatevi sempre di congelare del sugo insieme alle paprike. 9 • Servire con del puré di patate, un’insalata verde e della birra. Ah si, anche del pane per fare la scarpetta….irresistibile!!!
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Teapot Woman — illustrazione di Myra Butterworth
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