Karmen, alta 185 centimetri, è metà inglese e metà croata. Lavora nell’alta moda e sceglie amici che somigliano a Snoopy. Ha zie croate ottantenni che le passano deliziose ricette mediterranee, che lei serve su elegantissimi piatti vittoriani. Sceglie i suoi ingredienti con estrema cura, e a me piace pensare che vada a fare la spesa nel bosco, alle prime luci del mattino. Ogni sabato mattina, una ricetta.
Non so come mai ma anche all’università capitava che trascorressi magari weekend interi in cucina. (questi saranno gli ereditati geni di zia Beba ahimè…) Ovviamente ero lì per studiare e mi sono anche laureata con lode ma tra passione per socializzare al calduccio di casa e soprattutto per la cultura culinaria sia italiana che fusion finiva che il mio grembiule diventava la mia mise preferita (che ho ancora oggi). Invece magari di un bel grunge stile UK tipico degli studenti Anglossassoni per esempio ha ha…
Anche nel primo anno mentre stavo in un college sono riuscita ad organizzare delle sfidanti soirée classificate “gastronomiche” dai fortunati degustatori nel minuscolo spazio che era la mia “cella”. Con la solita protagonista, la mia moussaka già “famosa” all’epoca ha ha… Lì per esempio, tanto per darvi un’idea, la cucina era in condivisione tra gli studenti e poteva succedere ogni tanto di vedere una specie di “ramanzina” a mò di poster attaccato sopra il frigo con su scritto “Chi ha preso il mio formaggio/salame/latte, sappi che è MIO e lo voglio sostituito!!” Beh, eravamo tutti persone oneste ma quando si torna alle ore piccole e si ha voglia di munchies a portata di mano capita ha ha… Io no, m’affretto a dire però… Nel secondo anno, poi avendo preso in affitto con tre amiche un appartamento assai spazioso, ci siamo sbizzarrite con le dinner parties vere e proprie, cioè si mangiava in tanti ma seduti a tavola in modo assai sofisticato per essere studenti. Infatti un nostro primo pensiero quando giravamo con l’agente immobiliare era se la sala pranzo/soggiorno conteneva un tavolone abbastanza grande per poter invitare degli amici. Ma nel secondo anno il vero sbizzarimento è venuto con Club Italia. Se per caso avete letto una mia ricetta precedente della torta di mele saprete che le università inglesi incoraggiano gli studenti ad associarsi o a creare sempre nuove associazioni di tutti i tipi legati alle loro eventuali passioni (vengono molto apprezzate queste cose sul cv all’estero). Così nasce quella dei fan dell’opera o del funk, quella degli amanti della mongolfiera o del rugby, quella degli appassionati di teatro o di cinema… Alcune invece erano collegate alle varie facoltà e così nel secondo anno, una mia amica ed io abbiamo deciso di dare una svolta alla un po’ addormentata l’associazione degli amanti della cultura italiana che si chiamava Club Italia. Il suo fidanzato all’epoca che disegnava bene ha riattualizzato il logo con un simpatico tizio che mangiava una grande pizza (volutamente scontatissimo) e noi due ci siamo date da fare con l’organizzazione degli eventi, delle serate cinema, delle gite sempre con l’ottica di socializzare e radunare persone. Era un hobby ma roba seria ora che ci penso. Nel nostro piccolo c’occupavamo dell’iter intero dell’organizzazione di un evento: concezione/budget/location/marketing&promozione/soddisfazione clienti e cosi via. Ma ci divertivamo un sacco.
Anche lei essendo da sempre appassionata della cuisine internazionale ci siamo date da fare anche in cucina perché cosa sarebbe un evento senza l’accompagnamento di uno squisito rinfresco. Eravamo un bel team e le nostre tavolate a buffet erano apprezatissime e riuscivamo veramente a radunare tante persone un po’ per l’offerta culturale ma soprattutto per il cibo. Ci piaceva sempre sperimentare ma anche essere piu brave dell’associazione dei francesi o dei spagnoli hihihi e alla fine tutti venivano ai nostri eventi.
All’epoca non era facile avere dei film “in lingua originale” specialmente quelli italiani e cosi ogni tanto proiettavamo sul muro della facoltà dell’italiano dei film cult. Una di queste sere abbiamo messo uno dei miei film preferiti di sempre “Nuovo Cinema Paradiso” e siccome era il periodo natalizio e fuori nevicava avevamo deciso di riscaldare la serata con del vin brulé. Dato che i giorni precedenti all’evento non c’ erano stati tanti iscritti, magari perché il film era in italiano senza sottotitoli, abbiamo portato un pentolone solo per riscaldare il vino ma delle scorte ce n’erano perché non si sa mai. Poi non so cosa sia successo ma venivano sempre più persone, magari attirate dal profumo delle spezie che riempiva l’aria e pian pianino la stanza era diventata non la fabbrica di cioccolato di Johnny Depp ma una vera e propria fabbrica di vin brulé. Atmosfera calducissima, accoglientissima e serata riuscitissima. Bellissima.
E con i primi geli in arrivo ho pensato che devo assolutamente tramandare la mia ricetta di fiducia caso mai vi viene voglia di viziare i vostri cari. Enjoy!!!
Vin brulè
Per una piccola festicciola tra amici, calcolate sempre minimo un paio di bicchieri a persona.
2 bottiglie di vino rosso tipo Nero d’Avola ma assolutamente di buona qualità
2 arance riempite di chiodi di garofano, 1 tagliato a metà (come da foto)
1 limone tagliato a metà
6 cucchiai di zucchero fine
Un sachet di spezie che potete comprare già pronto o fare ad hoc, come segue:
Avrete bisogno di: 1 bastoncino di cannella, 30 chiodi di garofano, 3 bacche di cardamomo, della noce moscata grattugiata in modo grossolano, 1 cucchiaino di scorza di arancia, 20 bacche di pimento (pepe garofanato), 1 stella di anice. Tutte queste meravigliose spezie vanno messe dentro un pezzetto di mussola, racchiuse bene e poi il tessuto va cucito per chiuderlo. (N.B. Questi sacchettini se decorati con un elegante nastro satinato rosso bordeaux diventano un bellissimo regalino di Natale fatto a mano)
1 • In una pentola capiente mettete tutti gli ingredienti e poi sul fuoco lento mescolando bene cuocete fino alla bollitura. 2 • Lasciate bollire 5 minuti e poi abbassate il fuoco. 3 • Cuocere per altri 10 minuti sul fuoco lento. 4• Lasciate riposare un attimo prima di servire questo meraviglioso speziato nettare o in bicchieri di vetro o tazzine di terracotta per un ulteriore sensazione di calduccio e coccolamento.
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Teapot Woman — illustrazione di Myra Butterworth
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