* Le ricette di Karmen * Knickerbocker Glory

Karmen, alta 185 centimetri, è metà inglese e metà croata. Lavora nell’alta moda e sceglie amici che somigliano a Snoopy. Ha zie croate ottantenni che le passano deliziose ricette mediterranee, che lei serve su elegantissimi piatti vittoriani. Sceglie i suoi ingredienti con estrema cura, e a me piace pensare che vada a fare la spesa nel bosco, alle prime luci del mattino. Ogni sabato mattina, una ricetta.

La chiusura di quale negozio a Milano vi ratristerebbe di più? Io sono rimasta assai triste quando sono tornata a comprare dei bottoncini di suède rossi a forma di rosa per ravvivare il mio vecchissimo cardigan vintage in via della Spiga e ho scoperto che lo storico negozietto tenuto dalle due vivacissime aguzze signorine anziane non c’era più.

Forse lo conoscevate pure voi? Ogni acquisto, anche minimo, era un’esperienza di shopping deliziosa, anche i pachettini in cui ti mettevano i loro gioiellini. Con la loro chiusura é finita un’epoca.

Come sono rimasta tremendemente triste quando qualche anno fa ho saputo che è chiuso uno storico grande magazzino di Liverpool, il George Henry Lee’s (tra parentesi, del mio legame con i Beatles ne parleremo in un’altra puntata). Ho tanti bei ricordi legati a questa mecca delle donne della mia famiglia da quando ero abbastanza grande da poter rendermene conto (probabilmente già dal passeggino ha ha o perfino dal grembo della mamma).

In piedi piu di 150 anni, iniziando la sua vita come magazzino per cappelli, vi si continuava nel tempo a respirare quel “je ne sais quoi” di un rassicurante, fedele, decadente raffinatezza di un maestoso tempio che ha resistito come tale basandosi sui suoi punti di forza, essendo conosciuto come un posto dove trovavi della mercanzia squisita, assolutamente solo cose di miglior qualità al miglior prezzo. L’edificio stesso era di un’eleganza da  pochi posti del genere,  a partire delle porte e delle balaustre di mogano dagli anni 20 con finiture di ottone specialmente sulla scalinata al centro a larga chiocciola da dove i vari livelli si aprivano a ventaglio, al putto a un ala sopra la porta principale con una propria leggenda, alle decorazioni murali greche nella tea-room e alle vetrate colorate nel riparto dei giochi.

Lì ho trovato la mia prima Barbie conciata da principessa, il mio primo Mon-Chi-Chi bebè, il mio primo fagiolo di Tiffany, i miei primi collants velvet di Wolford, la macchinetta fotografica Polaroid, la piu svariata gamma di matite e gomme profumate, la mia prima pochette di Mulberry, le pentole leggendarie di Le Creuset ma anche quelle di Jamie e Nigella, le lenzuola di cotone egiziano, il talco “Edwardian Bouquet” di Floris, gli ogetti di cristalo Waterford e soprattutto il cashmere e altre meraviglie del “made in Italy” compreso il panettone e gli amaretti nelle stupende decoratissime scatole di latta durante il periodo natalizio. Ma il reparto che mi faceva proprio impazzire a parte la cartoleria era quello di “haberdashery” (che nome stupendo) che sarebbe la merceria. A parte i bottoni di cui c’era una scelta vastissima tutti legati alle schede di cartone ordinate per tema, tipo e sfumature, c’erano rotoli e rotoli (e rotolli) di tutti i tipi di nastri, di profili, di bordi, di seta, di pizzo, di raso, di sateen, di grosgrain, di pelle, di strass, di piumi e di velluto che potevi comprare ancora al metro. Per qualsiasi progetto sartoriale, anche quello piu ambizioso, dovevi recarsi assolutamente a questo scrigno che non poteva che sorprenderti con la sua offerta.



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Ma perché vi sto raccontando tutto ciò, m’immagino vi chiederete… Perché quando se n’è andato questo grande del panorama commerciale della città, insieme a lui se n’è andata una meravigliosa delizia e piu che altro un meraviglioso ricordo di un altro meraviglioso momento trascorso con la mia Grandma.

Quello del nostro “knickerbocker glory”. Che nome meraviglioso pure, non vi pare? Si tratta di una delizia fatta di strati di frutta fresca, gelato, panna, sciroppo e vafer, cioè a dire, una vera bomba. Salivamo sull’ultimo piano (dopo aver perlustrato le nostre cose preferite sugli altri 5, evitando magari il reparto specializzato nelle pulizie della casa pure esso attrezzato di cose piu curiose ma anche pratiche ha ha) e ci sedevamo vicino alle finestre che offrivano una vista mozzafiatto. Anche se parte di un grande magazzino che presuppone un viavai di gente considerevole, il posto era tale che i camerieri si ricordavano di te (anche me piccola) e delle mie preferenze e appena mi vedevano entrare, subito mi chiedevano con un sorriso: “Per caso gradirebbe un knickerbocker glory, signorina?” E a me si illuminava il viso sia di stupore che di gioia.

Come vedrete, il knickerbocker glory non è per niente difficile, si tratta solo di abbinare bene i vari ingredienti dei vari strati che possono sempre variare secondo gusti personali. Ma per me continua a racchiudere tutta un’esperienza e ma lo faccio ogni tanto solo per riviverla nei pensieri. Spero comunque di non avervi dato l’impressione di vivere nel passato e nella “nostalgia per”…per niente…ma i grandi magazzini di oggi sono troppo grandi, troppo impersonali, troppo uguali, troppo casino, troppo globalizzati che nel maggior dei casi opterei piuttosto per shopping on-line.

Non trovate?

Ecco a voi comunque, il nostro knickerbocker glory:

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INGREDIENTI:

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una varietà di frutta fresca o sciroppata

gelato alla vaniglia di buona qualità che non si scioglie subito, tipo Haagen Dazs

panna fresca da montare

sciroppo di frutta o cioccolato secondo gusti personali

vafer piu “esotici” che trovate

eventualmente una ciliegina o delle mandorle tostate per decorare

una cannuccia

un alto bicchiere da gelato

 Sbizzaritevi con gli strati e leccatevi i baffi!! Merita assolutamente!! 

onalimlericettedik@gmail.com

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Teapot Woman — illustrazione di Myra Butterworth

foto Knickerboker Glory