Karmen, alta 185 centimetri, è metà inglese e metà croata. Lavora nell’alta moda e sceglie amici che somigliano a Snoopy. Ha zie croate ottantenni che le passano deliziose ricette mediterranee, che lei serve su elegantissimi piatti vittoriani. Sceglie i suoi ingredienti con estrema cura, e a me piace pensare che vada a fare la spesa nel bosco, alle prime luci del mattino. Ogni sabato mattina, una ricetta.
Io ovviamente non potevo assaggiare il polpo di mia nonna dell’ultimo racconto, essendo all’epoca ancora tra gli angeli (per cosi dire), ma il miglior polpo che io abbia mai mangiato era comunque ad un raduno di famiglia ed era comunque pescato da mio papà ed il suo fratello piu grandicello. Però qualche decennio piu tardi.
Su una delle 1200 isole croate sparpagliate sul mare adriatico, una mia deliziosamente folle ma anche super pratica parente, non potendo caratterialmente godersi la pensione in pace, decise di intraprendere una sfida colossale e di restaurare (però insieme al marito pensionato di tenera età pure lui) un palazzo rinascimentale. Investendo i loro risparmi e con il sostegno del ministero dei beni culturali, si rimboccarono le maniche (letteralmente) e si misero a pulire, sgomberare, tappare, costruire, ricercare, restaurare, chiamare esperti di ogni tipo, piantare, santificare e……….la lista è curiosissima ma interminabile. Mettere a posto la dimora di Vice Stjepovic – Skocibuha, sull’isola di Sipan, appartenente alle Elafitos (isole degli olivi), un’oretta buona di barca da Dubrovnik, non era un’impresa da niente.
Io sono stata testimone dei loro sforzi avendo vissuto il “prima” e il “dopo” e posso solo dire che l’ultima volta che ci sono stata era come un paradiso sulla terra. Scesi dalla barca, proprio a due passi dal porticciuolo, appena varcata la soglia del portone, t’accoglievano la pergolata dei grappoli d’uva extra-terresti, il parco stra-colmo di fiori, piante esotiche e pure un orto in fiore. Un’oasi di tranquillità, di fresco, un’esplosione di verde, di boccioli, di natura.
Solo le galline randagie e qualche gatto (per fortuna) sonnolento ravvivavano il paesaggio e l’unico suono che si sentiva nella lontananza era il campanile della chiesetta dall’altra parte dell’isola all’ora del rosario.
Nel periodo d’oro della Repubblica di Ragusa, la vita culturale e sociale chic si svolgeva su Sipan e chi contava doveva assolutamente partecipare ai balli e alle feste nelle ville sull’isola per confermare il proprio stato sociale. Difficile immaginare oggigiorno che si mangia e si beve solo quello che si coltiva e si produce (altro che chilometro zero) e la “spesa” per gli abitanti dell’isola arriva in barchetta una volta alla settimana. Si possono anche fare ordini speciali, ma solo una volta alla settimana, tengo a specificare ha ha…
Quando ero più giovane mi piaceva un sacco andare lì, perché dietro il portone m’aspettava un mare stupendo cristallino dove potevo fare il bagno. In una di queste occasioni, tutta la famiglia aveva invaso l’isola. Non ci incontravamo da anni tutti insieme e quella volta al ritorno dalla nuotatina mi ha accolto un profumino indescrivibile di un polpo alla griglia. Se avete letto la ricetta di sabato scorso, saprete che mio papà da piccolo insieme al suo fratello piu grandicello erano conosciuti nel paesino al mare per la loro bravura nella caccia dei polpi. Beh, finita la gioventù, finita l’università si sono messi a fare ben altro nella vita. Ma quel giorno sull’isola qualcosa doveva averli presi (sarà stato l’effetto di quel posto magico ha ha) e forse sentendosi di nuovo giovanotti, sono tornati alla caccia….e….in tempi record (evidentemente il talento era rimasto!!) sono riusciti a prendere un polpo gigante che è finito immediatamente sulla griglia. Era fenomenale. Le mie papille gustative si ricordano ancora del sapore squisito del piatto che ora m’affretto a condividere con voi.
IL POLPO ALLA GRIGLIA
Ingredienti x 4 persone:
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3 polpi da ½ kg ognuno
1 cipolla rossa tagliata fine
2 spicchi d’aglio tagliati fine
pepe appena macinato
sale
un pochino d’aceto di vino
un pochino di grappa se non avete la rakija
del buon olio d’oliva
succo di 1 limone
Per spalmare mentre sulla griglia:
2 spicchi di aglio tagliati fine
un ramo di prezzemolo tagliato fine
del buon olio d’oliva
1 ramo di rosmarino da usare come pennello
Come contorno: erbette bollite insieme a patate novelle condite con del buon olio d’oliva, del sale e del pepe. Sempre meglio se dell’orto.
1 • Pulite e lavate i polpi. 2 • Batteteli un pochino con un martello da carne come se fosse una fiorentina per rendere la “carne” un po’ uniforme, ma solo un pochino. 3 • Tagliate i polpi a metà se sono più grandi di mezzo chilo. 4 • Metteteli dentro degli spessi avvolti di stagnola insieme alla cipolla, l’aglio, pepe, sale, l’aceto, la grappa, l’olio d’oliva e il succo di limone e chiudete bene in modo tale che il liquido non esca fuori. 5 •Lasciate così un paio d’ore. 6 • Nel frattempo preparate la griglia. 7 • Nel frattempo cuocete le erbette e le patate novelle. 8 • Dopo le due ore e quando il fuoco comincia a prendere caldo, mettete gli avvolti di stagnola su un letto della griglia che non fa ancora tanto caldo e lasciate così una mezz’oretta. 9 • Ora tirate fuori i polpi e metteteli direttamente sulla griglia e ogni tanto usando il ramo di rosmarino come pennello dateli una pennellata di mix aglio/prezzemolo/olio d’oliva. 19 • Girate ogni tanto. 11 • Quando vedete che il polpo comincia a prendere una sana croccantezza e bruciacchiatura è pronto per mangiare. 12 • Servite con le erbette e patate bollite che avrete preparato prima.
Per questa ricetta direi di essere 100% mediterranea …e di non aver nulla a che fare con “quelli dei paesi del nord” ha ha…
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Teapot Woman — illustrazione di Myra Butterworth
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