Il Duomo surreale di Milano
by Isabella
Poche città hanno bisogno come Milano di surrealtà. Forse anche per questo il Duomo di Milano, simbolo della città, è stato interpretato più volte in modo onirico.
Per esempio, in un dipinto di Dino Buzzati, Il Duomo di Milano è raffigurato come una montagna dolomitica con guglie, pinnacoli, e pascoli verdi al posto del cemento. Buzzati era talmente appassionato di alpinismo che più volte ha raccontato e scritto che quasi tutte le notti a Milano sognava di arrampicare sulle sue Dolomiti!
Nel film L’ultimo Pastore di Marco Bonfanti, Renato Zucchelli, che è realmente l’ultimo “superstite” di quest’antico mestiere a Milano, si sposta nel tessuto urbano – tra Lambrate, le tangenziali, le superstrade, fino ad arrivare e conquistare Piazza Duomo con il suo gregge.
E proprio pochi giorni fa, Maurizio Di Palma, dopo essersi nascosto e avere dormito sulle guglie del Duomo, la mattina alle 5, si è lanciato in piazza con il suo paracadute.
Più surreale di così?
Non penso che queste visioni e questi gesti siano così lontani da noi. Perché la surrealtà non è di pochi eletti, ma è di chi trova una strada personalissima. Cioè la surrealtà non è una cosa esterna a noi, ma come i sogni, è una cosa molto intima.
E’ la parte che ci somiglia di più: come le guglie dolomitiche amate e sognate da Dino Buzzati, il gregge in piazza del Duomo dell’appasionato pastore Renato Zucchelli, e il volo in paracadute del jumper Maurizio Di Palma.
Copertina: il Duomo di Dino Buzzati.
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