Oggi esce “Estremi Rimedi” la web series di Francesco Francio Mazza e Daniele Balestrin. Ambientata a Milano parla di due amici, Silvio e Francio alla ricerca di un lavoro e un posto nel mondo. Silvio è un bocconiano ottimista, Francio invece vorrebbe vivere grazie al suo talento artistico ed è un pessimista cronico che va avanti con l’aiuto dello Xanax e delle maratone di Enrico Mentana.
Ho fatto alcune domande al Francio.
La web series si chiama Estremi rimedi, c’è un altro titolo che avete scartato?
Uno era “Xanax mon amour” ma lo abbiamo scartato per non fare troppa pubblicità al medicinale: va bene i soldi che gli diamo comprandolo, ma infilarlo anche nel titolo a gratis pareva troppo. Un altro era “Italian Hustler”, che sarebbe un po’ “Prostituti Italiani”: purtroppo era già’ stato messo sotto copyright per una docu-fiction con protagonisti i giornalisti televisivi del nostro Paese.Alla fine è rimasto solo “Estremi Rimedi” e abbiamo dovuto usare quello.
Alcuni hanno definito Estremi rimedi una web series comica, io la trovo anche disperata.
E’ vero. “Estremi Rimedi” è una web serie satirica, che quindi non punta a fare ridere. Vuole anche fare ridere, ma non solo. Da questo punto di vista, comunque vada sarà un successo: essendo l’unica web serie satirica mai prodotta in un Paese che detesta la satira, è destinata a essere la migliore nella sua nicchia.
Cosa ti calma di Mentana?
La cosa che mi calma di Mentana è il suo essere l’unico giornalista di questo Paese completamente de-ideologizzato. Poi magari non sono sempre d’accordo con quello che scrive ma vedo sempre l’onestà di giudizio, la libertà del pensiero. Esattamente quello che manca al 99% dei giornalisti italiani di TV e carta stampata.
Come è cambiata Milano? Non sono milanese ma ricordo Milano sempre come una città modaiola dove o sei dentro o sei fuori. Forse la differenza è che una volta Milano creava delle mode, oggi le importa tutte.
Sono d’accordo. Un tempo Milano se la giocava alla pari con Berlino, New York, Londra: molte delle eccellenze della Milano degli anni ’90 hanno raggiunto un successo planetario mostruoso, dando origine a infiniti tentativi di imitazione. Oggi Milano si accontenta della supremazia su Roma, rinunciando al suo ruolo di avanguardia internazionale, diventando una versione low-cost di New York. C’è urgente bisogno di un recupero della milanesità’ autentica, quella incarnata da gente come Iannacci e Dario Fo: la strada non è certo quella di chiamare “NoLo” via Padova e Samsung District Garibaldi.
Tu vivi a New York, Estremi rimedi avrebbe senso lì?
Assolutamente no. A New York si vive una realtà totalmente diversa. Più volte ho cercato di spiegare ai miei coinquilini la tragica mancanza di opportunità lavorative per i più giovani, senza riuscirci. Quando dico che un giovane avvocato guadagna 1.200 euro al mese pensano che scherzi; quando dico che a una donna di trent’anni ai colloqui di lavoro viene sempre chiesto “ha intenzione di sposarsi?” e se la donna risponde di sì il lavoro se lo può scordare, mi dicono che non fa ridere; e quando spiego loro che l’età media di un giornalista Rai o RCS e’ superiore ai 50 anni mi buttano direttamente fuori casa pensando che io sia ubriaco. Se l’America si rendesse davvero conto della reale situazione dei trentenni italiani, autorizzerebbe immediatamente un nuovo piano Marshall per salvarli.