by Isabella
Ho conosciuto Arianna Giorgia Bonazzi perché ho frequentato il suo corso al Museo del 900. Arianna è autrice di libri per bambini e anche della canzone che quest’anno ha vinto lo Zecchino d’Oro. La canzone si chiama “Quel secchione di Leonardo”, e il Leonardo in questione, è proprio Leonardo Da Vinci. Non potevo non intervistarla.
Onalim: Come mai hai scritto “Quel secchione di Leonardo”?
Arianna: Quando ho scritto “Quel secchione di Leonardo” sono partita da un’ispirazione quotidiana. Mio figlio è un tipo molto nerd e questa cosa non fa simpatia. I secchioni sono sempre stati molto odiati e quindi ho pensato che avrei potuto fare una canzone che riabilitasse la figura del secchione. E così mi è venuto in mente di parlare di qualche cervellone della storia, e chi meglio di Leonardo? Leonardo era un artista eclettico, un ingegnere umanista. Ho scritto la canzone in pochi minuti, ero in una stanza con bambini che giocavano, era Natale. Quando ho finito di scrivere il testo, l’ho letto un po’ a tutti i parenti che mi hanno detto “simpatico” ma “Sta inventando un’invenzione” non suona tanto bene. Invece poi Franco Fasano, il direttore artistico dell’Antoniano, quando mi ha chiamato per dire che la canzone era stata scelta, mi ha detto “E’ la cosa più bella”. Io lo sentivo che quell’espressione era giusta, perché è un po’ da bambino.
Onalim: Chi ha scritto la musica?
Arianna: Mariano Calazzo. Lui compone dalla mattina alla sera e con il suo gruppo (Klippa Kloppa) si esibisce spesso in concerto. Non sapevo se fosse la persona giusta per musicare il testo che avevo scritto, perché Mariano fa principalmente musica elettronica, ma non volevo neanche fare la classica canzone tormentone da Zecchino d’Oro. Molti autori di canzoni dello Zecchino, provengono dalla televisione, si occupano di sigle e jingle televisivi e pubblicitari. Ho pensato che lui potesse aggiungere qualcosa, venendo da un ambiente così diverso. E così è stato. Mariano si è tenuto sulla ballata rinascimentale.
Onalim: Io trovo la musica molto sofisticata.
Arianna: Sì, poi la musica è stata anche arrangiata dall’Antoniano. Però l’idea della ballata rinascimentale è stata tutto: vincente, e non scontata. Questa canzone è stata fortunata sin dall’inizio, ha una storia ricca di coincidenze: un fisarmonicista cieco, Massimo Tagliata, al quale il Direttore Artistico aveva fatto sentire la canzone, gli ha detto: “Ma sai che in Italia esistono due esemplari di fisarmoniche disegnate da Leonardo?” “Dobbiamo cercarle!” si è illuminato lui. Hanno trovato il magico strumento proprio a Udine, la mia città, e l’hanno fatto arrivare. Poi Massimo Tagliata ha eseguito l’accompagnamento live alla canzone con la fisarmonica leonardesca in diretta dall’Antoniano!
Onalim: Di solito, una canzone così vince il premio della critica.
Arianna: Esatto. Io sono stata scettica fin dal principio. Pensavo che il tema fosse troppo difficile e pensavo che i bambini non l’avrebbero votata. Se il testo, da una parte, si riferisce a una situazione riconoscibilissima dal bambino, dall’altra parte, i bambini, per esempio, non conoscono “La dama con l’ermellino”.
Onalim: La giuria dello Zecchino d’Oro è composta dai bambini?
Arianna: Durante i primi giorni è composta da bambini e adulti, invece durante la finale, in giuria ci sono solo i bambini.
Onalim: Ma secondo te Leonardo da bambino com’era?
Arianna: In realtà dopo avere scritto il testo, ho fatto una ricerca filologica e ho scoperto che Leonardo era orfano di madre ed era stato cresciuto dalla nuova moglie del padre. Per cui mi sono posta il problema, visto che la canzone è un duetto fra Leonardo e la mamma. Ma poi ho valutato anche con l’Antoniano e abbiamo pensato che la canzone fosse solo un modo per avvicinare i bambini all’umanesimo, e per far passare l’idea che è bello studiare. Leonardo veniva da una dinastia di notai, e l’Antoniano mi aveva chiesto di inserire nel testo “La mamma lo voleva più notaio”. Allora avevo riscritto quella parte, facendo delle rime diverse. Le modifiche sono state annullare perché sembravano macchinose. Loro hanno una commissione etica, e mi avevano chiesto di modificare anche quando Leonardo rivolgendosi alla madre dice “falla tu la colazione”, perché risponde male alla mamma e non mangia. Ma dopo averci lavorato molto, il direttore ha deciso di riprendere la mia prima versione.
Onalim: Insomma è stata la rivincita dei nerd!
Arianna: Sì, ma c’è anche un altro motivo per cui ho scelto di scrivere una canzone con questo tema. Sin da quando avevo visitato il Museo dei Nobel di Stoccolma, dove ogni singolo premio nobel, che sia per la fisica, la pace o la letteratura, è spiegato al piccolo visitatore con narrazioni accattivanti e potenti, ho desiderato di fare qualcosa di simile.
Onalim: Tu e Mariano parteciperete ancora allo Zecchino d’Oro?
Arianna: Con Mariano ne abbiamo parlato e abbiamo deciso di ripartecipare l’anno prossimo, anche se il rischio è di scrivere una canzone meno spontanea e pura, come è stata la prima, pensando a cosa potrebbe piacere al bambino, creandosi quasi un logaritmo con tutte le cose che ci devono essere in una canzone vincente. Succede così anche con i libri. Alla scuola di scrittura, mi hanno sempre detto, il primo libro è quello in cui tu metti tutto, tutte le tue emozioni.
Onalim: Come se fosse l’unico che scriverai?
Arianna: Esatto. Nel primo libro scrivi tutto quello che hai covato fino a quel momento. Poi magari ne scriverai degli altri, ma solitamente il primo è il più sincero e gli altri più ragionati.
Onalim: Mariano è stato contento di vincere lo Zecchino d’Oro?
Arianna: Pensando alla sua musica elettronica, ho pensato che forse si sarebbe vergognato. Però effettivamente anche restare nella bolla dell’indie tutta la vita, può essere un po’ limitante no? E’ bello ricevere un riconoscimento ufficiale.
Onalim: Dici che ha avuto una crisi d’identità?
Arianna: Lui all’inizio era un po’ misterioso, quindi non sapevo come avesse preso veramente la nostra partecipazione, ma la sua ragazza mi ha detto di non averlo mai visto così felice. E poi sul palco l’ho visto felice anche io.
Onalim: Ahahah, davvero?
Arianna: Sì. Pare che tutta Caserta lo fermi per strada per fargli i complimenti.
Onalim: Adesso Mariano farà un cd di musica elettronica e poi come traccia speciale metterà “Quel secchione di Leonardo”!
Arianna: Perché no? Mariano e il suo gruppo scrivono dei testi nonsense e il nonsense si aggancia alla mentalità del bambino.
Onalim: Cosa succede quando una canzone vince lo Zecchino d’Oro?
Arianna: Vincere significa avere un maggior incasso di diritti perché la canzone vincitrice viene portata in giro nelle feste che fa lo Zecchino d’Oro in tutta Italia. Oppure la canzone, potrebbe essere usata per qualche sigla, ad esempio su Rai scuola. Ma me non interessa molto percorrere queste strade, a me piace sempre fare cose nuove. Anni fa, quando non si poteva scaricare la musica, comunque era diverso, perché per esempio, io ricordo che da bambina ricevevo sempre la musicassetta dello Zecchino. Adesso una mamma che vuole far sentire una musica al suo bambino, magari va su youtube. Poi c’è Spotify, ma lì i guadagni sono ridicoli. Per ridere mio marito mi ha detto “Se lascio per una settimana, acceso Spotify sulla tua canzone, tu guadagni 10 centesimi!”.
Onalim: Io ho un’idea.
Arianna: Dimmi.
Onalim: Secondo me “Quel secchione di Leonardo” è perfetta per il “Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci”. Potrebbe essere la loro sigla.
Arianna: Se avessero una sigla…
Onalim: Appunto, non ce l’hanno.
Arianna: Ci penserò. Sono stata tante volte al Museo, anche per UovoKids, quando il Museo è invaso dai bambini che partecipano ai laboratori.
Onalim: A proposito di questo. Ma secondo te i bambini milanesi riescono ogni tanto ad annoiarsi o sono sempre a qualche interessantissimo laboratorio?
Arianna: La noia è molto importante, amplia la mente sicuramente. Io mi ricordo che da piccola mi annoiavo moltissimo, e non mi hanno mai portato a un laboratorio pomeridiano. Però da grande ho tenuto tanti laboratori, anche in altre città…
Onalim: C’è una differenza fra i laboratori di Milano e quelli delle altre città?
Arianna: Non si può generalizzare ovviamente, forse l’unica cosa è che nelle altre città ci sono meno laboratori e spesso vengono accolti con più entusiasmo dai bambini. Invece a Milano, i bambini sono quasi annoiati.
Onalim: Per alcuni, i laboratori, saranno un incubo.
Arianna: Io i miei figli li ho portati ai laboratori. Lo facevo sia perché mi interessava capire come funzionassero e anche per riconoscere le fregature. Ce ne sono molti validi. Secondo me ci sono tre motivi che possono portare i genitori a partecipare a questi laboratori:
1 • Le mamme che vogliono uscire, che non riescono ad accettare il fatto di dover stare chiuse in casa con il figlio. Allora vanno al laboratorio dove possono incontrare altre mamme e il bambino viene intrattenuto da qualcun altro. C’è un elemento di disperazione in questo, perché tu paghi per questo.
2 • Oppure i genitori che pensano di non avere avuto abbastanza stimoli da piccoli. E quindi esagerano nell’altro senso.
3 • I fighetti.
Onalim: Ottima analisi!
Arianna: C’è comunque la voglia di trovare qualcosa che può piacere ai bambini. Ma i bambini amano stare in casa. I miei sono felicissimi quando gli dico che restiamo a casa. Però ci ho messo un po’ a capirlo.
Onalim: Lo stai guardando Masterpiece?
Arianna: Sì, lo trovo divertente. Quando fanno la prova di scrittura, spesso scrivono delle cose orribili.
Onalim: Mi viene in mente una cosa che dicevi sempre tu al corso e cioè che bisogna cercare di non diventare patetici quando si scrive.
Arianna: Sì, i concorrenti di Masterpiece hanno tutti delle storie difficili. Uno era stato in galera anche.
Onalim: Sì, poi c’era il cassaintegrato.
Arianna: E uno malato.
Onalim: …e il disadattato.
Arianna: Sì comunque persone che dicono di soffrire molto.
Onalim: Ahahaha sì, come se una persona che non abbia avuto dei problemi non possa diventare uno scrittore. Come hai fatto tu, con un’infanzia felice, a diventare una scrittrice?
Arianna: In effetti, non so.
Onalim: Se tu dovessi scrivere qualcosa su Milano, cosa scriveresti?
Arianna: La cosa che più mi affascina di Milano è come si sia trasformata. Un po’ di tempo fa, per un lavoro, avevo visionato dei filmini di Milano ad agosto, negli anni 20, quando era attraversata da tantissimi canali. Poi avevo letto il libro di Aldo Nove “Milano non è Milano” che racconta la storia di Milano, un libro fantastico. Milano oggi potrebbe essere bella come Firenze o Venezia, invece è stata deturpata. Sono riuscita a ricostruire come doveva essere questo quartiere prima che ci passasse la circonvallazione. Per esempio qui in via Lorenteggio c’è una chiesetta del 1200, San Protaso, che ai tempi era la chiesa del paese di Lorenteggio (si chiamava Laurentiglio). Ogni volta che passo di lì con i miei figli gli racconto che Milano era molto diversa, aveva le mura…e io gli chiedo “Secondo voi cosa vuol dire 1000 anni fa?”
Onalim: E a loro piace questa storia?
Arianna: Sì moltissimo, è la vertigine del tempo che i bambini percepiscono.
Onalim: Grazie!
Arianna: A te.