Antonia Monopoli "Io so tessere le tele, sono un ragno"
by Isabella
Antonia Monopoli è una neo donna transgender ed è responsabile dello Sportello Trans Ala Milano. Antonia è un’idealista ed è un vero e proprio punto di riferimento a Milano. Ha deciso di condividere la sua esperienza di vita, mettersi a disposizione di chi ha bisogno e portare avanti insieme ad altri un progetto comune. Insomma ama “fare rete “e infatti si definisce un ragno perché sa tessere le tele. Sono andata a casa sua sabato pomeriggio e ci siamo bevute una caffettiera da 8 persone.
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Onalim: Tu sei responsabile dello sportello Trans Ala Milano.
Antonia: Il mio è un servizio che esiste dal 2009 all’interno di un’organizzazione, che è l’Ala, l’Associazione lotta all’Aids. Offro accoglienza, ascolto, orientamento, accompagnamento verso i servizi sul territorio. Io so tessere le tele, sono un ragno.
Onalim: La rete serve a non sentirsi soli.
Antonia: Esatto.
Onalim: Tu hai scoperto a 8 anni della tua diversità.
Antonia: Sì, io ero convinta di crescere come una bambina. Quando avevo 8 anni, mia madre mi portò dal medico di base che le suggerì di portarmi al manicomio, dove mi fecero un encefalogramma. Il medico disse a mia madre “Possiamo fare il lavaggio del cervello e la lobotomia, però la responsabilità è vostra”. Mia madre ebbe paura.
Onalim: Te lo ricordi?
Antonia: Sì, me lo ricordo.
(pausa)
Adesso è superato. Ecco perché oggi mi fa così piacere vedere quando i ragazzi arrivano accompagnati dai genitori che vogliono capire e stargli vicino.
Onalim: Da quanto tempo lotti per i diritti delle persone trans?
Antonia: Io faccio volontariato da 2002. Purtroppo negli anni ho notato che l’associazionismo trans è stato fallimentare. Perché siamo sempre gli stessi, e siamo pochi. Le persone trans si avvicinano al servizio solo se hanno bisogno.
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(rumore familiare della caffettiera: il caffè è pronto)
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Onalim: Non lottano per i loro diritti?
Antonia: No. Non c’è la voglia di rimboccarsi le maniche e metterci la faccia. A me invece va. Adesso ho anche un ruolo di educatrice all’interno del progetto “Via del Campo” in quanto trans, e in quanto ex prostituta. Chi meglio di me può aiutare le prostitute trans?
Onalim: Come le aiuti?
Antonia: Io conosco le esigenze di chi si prostituisce in strada o in casa. L’anno scorso mi sono occupata molto della prostituzione in appartamento. Tramite i siti internet contattavo le trans e proponevo la possibilità di incontrarci per conoscerci e dargli un punto di riferimento, o per informarle che esisteva una terapia ormonale gratuita, o per dare assistenza alle trans straniere senza il permesso di soggiorno.
(vuoi un po’ di zucchero? sì grazie, due cucchiaini)
“Trans” foto di Elena Rossella Lana
Onalim: E’ alta la percentuale delle trans che si prostituiscono?
Antonia: Oggi la maggior parte delle trans che si prostituiscono in Italia sono brasiliane e peruviane. Spesso le italiane si prostituiscono perché vogliono fare degli interventi chirurgici che costano molto. Io sono per la chirurgia plastica per l’adeguamento di genere. Solo per le cose primarie.
Lea T, modella trans
Onalim: E non per diventare dei modelli o delle modelle…
Antonia: Esatto. Molte trans vogliono ostentare una femminilità che non esiste. Molte lo fanno per cancellare i tratti maschili e omologarsi al genere femminile. Per avere una vita più facile e non essere discriminate. Ma io penso che bisognerebbe invece lottare restando quello che siamo, e stando uniti.
Onalim: Le persone trans hanno difficoltà a inserirsi nel mondo del lavoro?
Antonia: Attualmente sto collaborando con un progetto che si chiama “Diversità Lavoro” patrocinato dall’ UNAR, l’ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali. In questo progetto si aiuta le persone trans, ma anche i disabili e gli stranieri, a inserirsi nel mondo del lavoro. Ci sono già le aziende che accolgono le diversità, e nelle stesse aziende esistono anche le “Quote trans”.
Onalim: Come le quota rosa? Che palle queste quote.
Antonia: Sì, speriamo che la società migliori ancora e non ci sia più bisogno delle quote.
Youcef Nabi, ex presidente di Lancome. Foto di Mario Testino
Onalim: Che lavori fanno le persone trans?
Antonia: Molte trans vogliono fare lavori legati all’immagine e al mondo femminile: truccatrice, parrucchiera, estetista, stilista… Esistono trans manager, che sono femmine che transizionano verso il genere maschile. Sul lavoro, nel cambiamento da maschio a femmina si perde un ruolo sociale, invece chi da femmina transiziona a maschio acquisisce un ruolo.
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Onalim: Ah ecco come devo fare allora!
Antonia: Poi capita anche che ragazzi trans, che hanno studiato, per acquisire il ruolo maschile, vogliano fare il meccanico. Vogliono sporcarsi le mani. Come se questo significasse essere uomini.
Onalim: Chi più chi meno, siamo tutti pieni di pregiudizi e di modelli.
Antonia: Sì, è un problema culturale.
Onalim: Ti è piaciuto il Pride quest’anno?
Antonia: Io ero capofila e non ho visto niente finché alla fine sono salita sul palco. In quel momento ho visto davvero tantissime persone, non vedevo la fine. Mi sono emozionata.
Onalim: Ho visto nelle foto che tenevi lo striscione con Pisapia.
Antonia: Sì, Pisapia è stato sempre di fianco a me. Mi spiace soltanto che riguardando le foto mi sono vista un po’ seriosa. Forse perché ero stanca. Prima del Pride ero andata ad altri due incontri, uno in un convegno sulle prostitute immigrate e un altro per l’iniziativa arcobaleni migranti.
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Onalim: Quando il Pride è passato davanti a una chiesa, vicino Loreto, molti hanno fischiato. La chiesa cosa pensa delle persone trans?
Antonia: Ci sono molte persone trans cattoliche, tanto che quando cambiano nome all’anagrafe, aggiungono il nome Maria. Invece la chiesa discrimina le persone trans, tranne pochissime eccezioni, come poteva essere Don Gallo.
Onalim: Se i diritti LGBT fossero già tutti conquistati, cosa faresti?
Antonia: Sai che ce lo stiamo già chiedendo? I cambiamenti anche se a passo di formica, ci sono. Dopo non so proprio cosa faremo. Troveremmo altri diritti per cui batterci.
Onalim: A Ottobre a Milano aprirà la casa dei diritti.
Antonia: Sì, Pisapia ha parlato della casa dei diritti, non solo LGBT ma di tutti. Anche quando noi lottiamo per i nostri, lottiamo per i diritti delle persone in generale. Per esempio a Milano hanno fatto il registro delle unioni civili. Se vai a vedere, sono più le coppie eterosessuali che omosessuali ad essersi registrate. Anche le coppie comuni hanno bisogno di diritti.
Onalim: Quali film raccontano bene le storie delle persone trans a parte Tutto su mia madre o Transamerica?
Antonia: Io ho partecipato a due cortometraggi “Crisalidi” di Federico Tinelli che racconta la vita di cinque trans, e “O sei uomo o sei donna… chiaro?!“ di Enrico Vanni che è un po’ più didattico.
Onalim: Qual è il tuo posto preferito a Milano?
Antonia: Casa mia. La casa è il luogo dove io rielaboro quello che è successo durante la giornata.
Onalim: Secondo te Milano ha problemi di identità?
Antonia: Sì. Diciamo che con Pisapia sta cercando una nuova identità e sta migliorando.
Onalim: Che bello che hai la calamita dei Barbapapà sul frigo!
Antonia: Mi sono sempre piaciuti.
Onalim: Onalim è ispirato ai Barbapapà.
Antonia: Bellissimo! Questa calamita me l’ha regalata mio nipote.
Onalim: E il papà è rosa.
Antonia: I Barbapapà sono una bellissima famiglia.
Onalim: Sì. Grazie!
Antonia: Ci vediamo presto?
Onalim: Sì!
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