Zanko El Arabe Blanco "Vu raccumandà?"

by Isabella

Zanko El Arabe Blanco è un rapper italo-siriano. Nato a Milano, è conosciuto come beatboxer, (il beatboxing è la capacità di imitare tutti i suoni di una batteria, percussioni, piatti, e di altri strumenti con l’uso della voce) e per la sua canzone “Essere Normale” che comincia così: «son cresciuto nel quartiere della centrale station, dove dire immigrato era come dire criminale nation».

Onalim: Non ne potrai più di parlare della tua identità, quindi non ne parliamo.

Zanko: Brava.

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Onalim: Io volevo parlare della tua musica. Quando hai cominciato?

Zanko: Tanti anni fa. Sono nella scena hip pop milanese da dieci anni. Prima ero più noto per il rap arabo multilingue e il beatbox. Il beatbox è l’arte di famiglia. Io ho quattro fratelli e lo facciamo tutti. Quando ci incontriamo è un concerto.

Onalim: E i vicini non si lamentano? Non vengono a bussarvi dicendo di fare silenzio?

Zanko: No, dai.

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Onalim: La prima canzone che hai fatto?

Zanko: Avevo tredici anni, non era una vera e propria canzone.

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Onalim: Di che parlava?

Zanko: Era sul razzismo, la mia prof delle medie ci aveva chiesto di scrivere una poesia sul razzismo. Io non sapevo né cantare né scrivere poesie e ho fatto un rap.

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Onalim: E’ stata brava questa prof! Ti ha fatto scoprire una tua dote.

Zanko: Sì..

 

Onalim: Visto che sei laureato in odontoiatria, lo sai fare il rumore del trapano?

Zanko: Ahahaha questo non me l’avevano mai chiesto! sssssss ZZZZZZZZZ sssssss ZZZZZZZZZZ ssssssssss! Una roba del genere?



Onalim: Ahahah sì! Bravo! Qual è la canzone a cui sei più affezionato?

Zanko: Forse “Essere Normale”.

Onalim: La conosco!

Zanko: E’ scaturita da una meditazione profonda ed è una canzone intensa.

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Onalim: Hai scritto canzoni d’amore?

Zanko: Sì, una. Ma non l’ho ancora pubblicata. Si chiama “Regalami un sorriso”. Non avevo mai scritto canzoni d’amore, poi ho superato questo blocco.

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Onalim: Adesso che hai superato il blocco scriverai solo canzoni d’amore!

Zanko: Può essere, però non è mielosa, perché io non amo i melodrammi. Anzi è molto allegra. Non ci sono piagnistei.

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Onalim: Ha a che fare con Milano?

Zanko: Un po’ sì. Fa così “Oggi esco tardi / sbatto la porta e penso agli sbatti / perso fra gli sguardi bassi / perdo il tram / resto di sasso e accumulo ritardi”.

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Onalim: “Vu raccomanda?” è una canzone che denuncia i raccomandati…

Zanko: Sì, più o meno. Non ce l’ho proprio con la raccomandazione in sé, quanto con la raccomandazione sistematica e lo scambio di favori. Questo danneggia e rallenta la società.

Onalim: Quando hai scritto la canzone pensavi a qualcosa che ti è successo?

Zanko: No. Però ho un problema con i figli di papà, non riesco a nutrire stima per loro. Spesso hanno poco rispetto per la fatica e il lavoro degli altri. Ne conosco tanti, Milano è piena. Ma anche la Siria è piena.

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Onalim: Forse la cosa più fastidiosa è quando giudicano.

Zanko: Esatto. Io le mie conquiste le ho fatte da solo. Per me questi sono dei falliti. E l’esempio più eclatante è il Trota. Il Trota ha una storia degradante. Questa gente qua deve andare a studiare, e smettere di rubare il posto a chi è competente.

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Onalim: Che musica ti piace?

Zanko: La mia stella polare è la musica Black, soul, jazz, R&B. Mi piace anche la musica araba in generale.

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Onalim: Tipo quale?

Zanko: Sia quella un po’ più classica che quella pop. Spesso sono canzoni d’amore mielose, però mi piace la tecnica vocale.

Onalim: Come i film di Bollywood, sono un genere.

Zanko: Sì, e poi mi piace anche qualcosa di neomelodico, perché mi ricorda la musica araba.



Foto Mauro D’Agati

Onalim: A Palermo e a Napoli i neomelodici sono delle star!

Zanko: (cantando) “Papà fa pace con Mammà / che te lo dico a fa?” Ahahaha sì! Sono mediterranee, mi piacciono molto.

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Onalim: Non puoi fare una canzone neomelodica su Milano? Ti prego!

Zanko: Ho fatto una canzone su Milano, ma non è neomelodica. Si chiama Mediolanum.

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Onalim: A me piacerebbe una canzone su Milano neomelodica…

Zanko: Sì, ma come ? (Zanko comincia a cantare) MELAAAANO taradarà AGGIO PERDUTO TUTTE E VALIGIE ahahahahah! Così?

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Onalim: Aahah sì! Sai perché mi piacerebbe? Perché i milanesi sono troppo discreti, vanno liberati. Libera i sentimenti dei milanesi!

Zanko: (cantando) “MILANO T’AMOOO, O NEBBIA MIA STA FRONTE A ME. NON CI VEDO CCHIU NIENTE! MAGICA PRIMAVERA CON L’ACQUAZZONE SULLE TESTE.” Così?

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Onalim: Più o meno. Ci devi lavorare ancora un pochino. Ho letto da qualche parte che ti piacerebbe trovare moglie e buoi dei paesi tuoi, ovvero nel tuo caso, una seconda generazione come te.

Zanko: Ma io non sono contrario ai matrimoni misti, ci mancherebbe. Però secondo me una vicinanza nell’inconscio ci deve essere.Bisogna trovare una persona che abbia un background culturale di valori simile al tuo. Fra i settentrionali e i meridionali per esempio i meridionali sono più vicini agli arabi. Da ragazzino mi immaginavo di stare con una ragazza del sud, una mediterranea. Io non credo che gli opposti si attraggano se non per un periodo limitato. Poi i problemi cominciano ad emergere.

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Onalim: Ma allora potrebbe essere anche una musicista come te?

Zanko: Sì, potrebbe essere.

 

Onalim: Secondo te Milano è una città romantica?

Zanko: Secondo me Milano è una città molto bella e i milanesi sono troppo severi con la propria città. Ci sono dei posti romantici anche se Milano è una città vittima del futuro e sta poco attenta alle sue origini, al suo passato. I posti più romantici per me sono a Brera, poi ci sono i ponti sui navigli dove vedere il tramonto, e persino la nebbia è molto romantica.

 

Onalim: E quali sono i posti romantici di Damasco?

Zanko: Damasco è una città molto romantica, si sentono ovunque i profumi del narghilè, della carne alla griglia. Un posto davvero romantico, la sera, è il monte Qassioun da cui vedi la città dall’alto. Damasco era una città molto tranquilla…

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Onalim: Una cosa che manca a Milano è l’odore del cibo per strada.

Zanko: E’ vero!

 

Onalim: Perché non c’è il cibo di strada…

Zanko: Hai ragione, l’odore di cibo la renderebbe più completa sensorialmente. Ci sono quelli che ragionano con l’olfatto. Questi poverini a Milano non hanno possibilità di sbizzarrirsi.

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Onalim: Nella canzone “Essere normale” dici di essere straniero in ogni nazione. Ma c’è un posto a Milano che ti fa sentire davvero a casa?

Zanko: Ci sono tanti posti. Mi piace molto il quartiere di Porta Venezia che è multiculturale, e anche Porta Romana. Mi piacciono anche le periferie. Anche Quarto Oggiaro è affascinante.  Ogni quartiere ha la sua panchina. Io sto bene sulle panchine.

 

Onalim: Davvero? Anche io amo le panchine! 

Zanko: Sì, le panchine di Milano sono comode e sono belle, io ci passo molte serate.

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Onalim: Le panchine sono un posto bellissimo, perché è come se seduto su una panchina tu ti smaterializzassi, e osservassi il mondo. Sulle panchine ci si sente invisibili.

Zanko: Sì, è vero!

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Onalim: Quali sono i difetti dei milanesi?

Zanko: Sono puntigliosi, sono un po’ meno ospitali. “Sono 6 euro e 54 centesimi, pirla!”. “Signora, ho 6 euro e 50”, “Me li porti la prossima volta!”. I milanesi offrono a volte, ma poco. Magari vai a casa di un siriano e ti offre tutto quello che ha nel frigorifero. Invece vai a casa di un milanese, cioè trovi anche quello generoso, però di solito ti offre un bicchiere d’acqua. E quando dici che accetti, ti dice: “Uee, ce l’ho solo dal rubinetto!”

 

Onalim: Su youtube ho visto un’intervista in cui ti sei confrontato con un leghista. Il leghista ti ha depresso?

Zanko: No, io amo il confronto. Io ho il privilegio di poter guardare il mondo da due punti di vista diversi. Con alcune persone bisogna parlare e fare capire che pensano delle cose inesatte. Quando un leghista dice “Cominciamo a trattare i musulmani come loro trattano i cristiani” è inesatto, perché ci sono posti dove i cristiani vengono trattati bene e altri posti no. Non si può generalizzare. Quando glielo spieghi poi se ne rendono conto. Bisogna gettare un ponte fra te e chi la pensa in modo diverso da te.

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Onalim: Ti piacerebbe essere conosciuto anche in Siria?

Zanko (ci pensa): Sì. Sì, mi piacerebbe.

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Onalim: Grazie Zanko!

Zanko: A te.

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