Come si diventa Tutore volontario di un minore non accompagnato: guida sentimentalburocratica
Diventare tutore volontario di un minore non accompagnato significa essere per un ragazzo, ospite di una struttura di accoglienza, una figura di riferimento che abbia cura che vengano tutelati i suoi interessi, ascoltati i suoi bisogni, coltivate le sue potenzialità. L’83% dei minori non accompagnati ha un’età fra i 16 e i 17 anni, il 92,9% ed è di sesso maschile. La maggior parte di loro arriva da Gambia, Egitto, Albania, Nigeria, Guinea e Costa d’Avorio. Fino a pochi anni fa i minori arrivavano in Italia con un progetto di vita, che poteva essere il completamento degli studi o la realizzazione di una professione. Oggi le cose sono cambiate e molti minori arrivano per motivi di sopravvivenza. Sono in aumento i casi di ragazzi con problemi psicologici. Questo a mio avviso non dovrebbe scoraggiare ma al contrario invogliare a diventare per uno di loro un punto di riferimento. Il tutore volontario, è vero, si troverà ad avere a che fare con molte questioni burocratiche (potrà aiutare il minore a ottenere i documenti o a iscriverlo a scuola ecc…) ma dovrà affrontare altrettante questioni sentimentali.
Così mi ha raccontato Antonia Cascio, una palermitana che ho conosciuto a Milano all’incontro nazionale dei volontari di Save the Children, e che da qualche mese è diventata tutrice di Sabbir.
Quanto tempo fa sei diventata tutrice?
Sono diventata tutrice a fine giugno con decreto del giudice tutelare.
Quanto tempo è passato da quando hai fatto richiesta a quando ti hanno chiamato?
Il Comune di Palermo ha indetto un bando, ho partecipato, è stata fatta una selezione, abbiamo partecipato ad alcune giornate di formazione, alla conclusione del percorso siamo stati “promossi” ed inseriti nell’Albo dei tutori volontari per minori stranieri non accompagnati.
Quanto tempo dopo hai conosciuto il minore che ti era stato assegnato?
Dopo l’assegnazione della tutela abbiamo avuto due incontri con la comunità presso la quale erano ospiti i ragazzi, durante gli incontri abbiamo ricevuto informazioni sulla loro provenienza, su aspetti legali ecc… Abbiamo perso un poco di tempo finché la comunità non si è dotata di una mediatrice perché sia Sabbir ma anche gli atri ragazzi del Bangladesh parlano solo bangla e finalmente siamo riusciti a parlarci. Sono andata spesso a trovarlo in comunità anche con mio figlio.
Quanti anni ha Sabbir e da dove arriva?
Sabbir ha la data di nascita assegnata a chi non ha documenti e cioè 1.01.2000, lui sostiene di essere nato nel 2002, vedremo se è possibile modificare la data di nascita, altrimenti al 31 dicembre diventa maggiorenne e la tutela finisce, non finirà certamente il nostro rapporto che nel frattempo è cresciuto. Nel frattempo ha cambiato comunità, è in un gruppo appartamento assieme ad altri 7 minori, con lui sono andati altri due ragazzi bangla.
Hai detto che all’inizio vi siete sorrisi molto ma che non si può andare avanti a sorrisi. Adesso Sabbir ha imparato un po’ l’italiano?
Ha frequentato il corso di italiano per stranieri presso l’ITASTRA, adesso va a scuola in un CPIA dove c’è un bel gruppo di docenti ed è contento di imparare l’italiano, in Bangladesh era andato a scuola e faceva piccoli lavoretti di elettricità, lo stesso vorrebbe fare qui.
Cosa passa le giornate Sabbir?
Il venerdì va in moschea, il pomeriggio escono e si incontra con gli altri ragazzi che sono in comunità diverse, vanno a giocare a cricket al Foro Italico, passeggiano per la città, vanno dal barbiere, fanno qualche acquisto.
Vi vedete anche per fare una passeggiata o vi sentite solo per sbrigare delle questioni burocratiche?
E’ venuto a pranzo a casa mia assieme ad un amico, domenica abbiamo fatto un giro in città e siamo andati a pranzo assieme in un ristorante gestito da una cooperativa fatta anche da ragazzi stranieri ” MOLTIVOLTI”. Mi sono occupata di un problema di salute, ha una sinusite che gli crea problemi e quindi siamo andati dall’otorino e adesso andremo a fare una radiografia, dovrò accompagnarlo sicuramente in tribunale, andrò a parlare con i docenti. Credo che per lui sia molto importante sapere di avere una persona con cui ha un rapporto ” privilegiato”, a cui può chiedere e anche raccontare, mi scrive su WZ e mi dice che gli piace la scuola, che gli piace Palermo, è stato in ansia per la mamma che stava male , mi ha raccontato della sua famiglia, mi ha mostrato le foto.
Hai detto che hai conosciuto su skype la sua famiglia e che ti sei emozionata perché hai pensato che se fosse tuo figlio a essere lontano saresti contenta di sapere che qualcuno se ne sta prendendo cura.
Per me è stata una decisione maturata nel tempo e risponde all’esigenza di fare qualcosa che vada oltre l’impegno politico, che si concretizza in una relazione a due. Per Sabbir e la sua famiglia credo sia importante la nostra presenza e il nostro sostegno.
Bisogna avere molto tempo per diventare tutori?
Tu mi chiedi se chi lavora può farlo: considera che il ragazzo vive in comunità, quindi si è esentati dall’organizzazione del quotidiano (spesa, pulizia, bucato ecc), l’impegno c’è ed è però collegato anche al ragazzo che ti viene affidato, alla sua situazione che può essere più o meno semplice, io per esempio sono stata fortunata. Sabbir non ha particolari problemi sanitari nè disturbi psicologici, ha la famiglia con cui si sente spesso e non ha subito particolari traumi durante il viaggio e sia gli operatori della prima comunità che di questa mi dicono che è molto gentile, educato e studioso.
Se sei un tutore volontario e ti va di raccontare la tua esperienza scrivi a onalimblog@gmail.com
Qui il link fare richiesta nella tua regione
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