by Isabella
Se abitate a Milano in un palazzo di certo saprete che le regole condominiali sono molto severe. Quasi antisociali. Cioè sembrano scritte da un misantropo. Tutte le volte infatti mi chiedo “Ma perchè queste persone non vanno a vivere in campagna?”. Probabilmente le regole condominiali sono uguali in tutta Italia, ma a Milano sembrano più rigide perchè non vengono solamente seguite alla lettera ma sono interpretate secondo il mantra condominiale padano che recita: TU VICINO MI DAI FASTIDIO.
Per me condominio invece significa anche solidarietà e amicizia, e infatti sono orgogliosa di essere riuscita a farmi delle amicizie nel palazzo. E’ bello avere dei vicini di casa che ti fanno fare la doccia quando ti si rompe lo scaldabagno o ti danno un dado da brodo per l’arrosto la domenica mattina o si prendono cura del tuo gatto quando tu non ci sei. E che se fai una cena, o una festa all’anno, e i tuoi invitati parlano e ridono contemporaneamente, mentre magari una musica accompagna la serata, NON CHIAMANO LA POLIZIA.
Se queste sono le premesse, capirete quanto mi sia sembrato strano vedere pochi metri prima del mio palazzo, un altro condominio con giardino, abitato da una colonia numerosissima di gatti. Si tratta di una colonia di gatti ciccioni con pelo lucido che sembrano godere di ottima salute. Stanno sempre lì, chi sul davanzale, chi sull’erba, chi sull’albero, chi sotto la siepe, chi corre, chi guarda il passeggio. La prima volta che li ho visti mi sono fermata a guardarli uno a uno, sbalordita li ho contati, saranno stati 25 gatti randagi liberi, alcuni grandi e altri piccolissimi, e mi sono chiesta “Ma come faranno i milanesi a sopportare una tale invasione?”.
Ecco la risposta: sono andata su Google a cercare qualche informazione e ho scoperto che a Milano esistono più di 450 colonie feline, composte da gruppi di mici più o meno numerosi, accudite da volontari che li assistono costantemente.Questi gatti sono protetti da normative nazionali, regionali e comunali, e oggi hanno lo status di animali tutelati a tutti gli effetti con il diritto ad assistenza e cura da parte della ASL Veterinaria. A loro è garantita la possibilità di transitare e stazionare dove preferiscono: NESSUNO può arrogarsi il diritto di spostare un gatto dal luogo in cui è sempre vissuto, sia questo uno spazio pubblico o privato, né può impedire che venga nutrito o curato, se non vuole correre il rischio di compiere un reato: maltrattamenti o uccisioni a danno di gatti randagi sono veri e propri reati penali punibili anche con il carcere!
Insomma la legge è chiaramente dalla parte dei gatti. Evidentemente il giudice sarà un “gattaro”, uno che in tribunale arriva con il gatto sulla spalla o attaccato alla toga. Uno che interrompe l’udienza perchè il gatto ha fame. Uno che non batte il martello a fine sentenza se il suo gatto sta riposando.
Ovviamente amando i gatti, ne sono felice, anche se per un attimo mi immedesimo in un abitante dello stabile e comprendo che 50 OCCHI CHE TI GUARDANO FISSO non appena apri il portone possono essere inquietanti. O pericolosissimi se stai tornando dal mercato dove hai comprato del branzino appena pescato con l’occhio non opaco, o del tonno rosso vivo da scottare con il sesamo, o dei gamberi freschissimi da mangiare crudi marinati con mezzo limone, olio extravergine d’oliva e con una spolverata di pepe nero, cipollotto sminuzzato, accompagnati da pane nero imburrato. Perchè probabilmente mangerai solo quest’ultimo.
Comunque, ogni giorno, quando passo in via Savona e li trovo sempre tutti presenti, mi piace immaginare che ogni tanto si riuniscono per un’importantissima riunione di condominio “per precisare la situazione”.